Ultime dalla Cassazione

Sentenze e massime della Corte di Cassazione - Ultimi orientamenti giurisprudenziali.
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martedì 31 agosto 2010

MISURE CAUTELARI - PERSONALI – RIPARAZIONE PER INGIUSTA DETENZIONE - DOLO O COLPA GRAVE DELL'INSTANTE - INGIUSTIZIA SOSTANZIALE O FORMALE DELLA DETENZ

MISURE CAUTELARI - PERSONALI – RIPARAZIONE PER INGIUSTA DETENZIONE - DOLO O COLPA GRAVE DELL'INSTANTE - INGIUSTIZIA SOSTANZIALE O FORMALE DELLA DETENZIONE - CONSEGUENZE
Le Sezioni Unite hanno ritenuto che la condizione ostativa al riconoscimento del diritto all’equa riparazione per ingiusta detenzione, consistente nell’avere dato o concorso a dare causa alla misura custodiale per dolo o colpa grave, opera anche nel caso (previsto dall’art. 314, comma 2, c.p.p.) di riparazione per sottoposizione a custodia cautelare in assenza delle condizioni di applicabilità di cui agli artt. 273 e 280 c.p.p. Il Supremo collegio ha, peraltro, precisato, che tale operatività non può concretamente esplicarsi, in forza del meccanismo “causale” che governa la predetta condizione ostativa, nei casi in cui l’accertamento dell’insussistenza ab origine delle condizioni di applicabilità della misura custodiale avvenga sulla base degli stessi elementi che aveva a disposizione il giudice del provvedimento della cautela.

Testo Completo: Sentenza n. 32383 del 27 maggio 2010 - depositata il 30 agosto 2010

(Sezioni Unite Penali, Presidente V. Carbone, Relatore A. Cortese)

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lunedì 30 agosto 2010

INTERMEDIAZIONE FINANZIARIA - FONDI COMUNI DI INVESTIMENTO IMMOBILIARE - RESPONSABILITA' PATRIMONIALE - POSSIBILITA' DI INTESTARE I BENI DIRETTAMENTE

INTERMEDIAZIONE FINANZIARIA - FONDI COMUNI DI INVESTIMENTO IMMOBILIARE - RESPONSABILITA' PATRIMONIALE - POSSIBILITA' DI INTESTARE I BENI DIRETTAMENTE AL FONDO - ESCLUSIONE - CAPACITA' PROCESSUALE AUTONOMA - ESCLUSIONE
I fondi comuni d’investimento (nella specie, un fondo immobiliare chiuso) costituiscono patrimoni separati della società di gestione del risparmio che li ha istituiti, con la conseguenza che, in caso di acquisto immobiliare operato nell’interesse di un fondo, l’immobile acquistato deve essere intestato alla società di gestione.

Testo Completo: Sentenza n. 16605 del 15 luglio 2010

(Sezione Prima Civile, Presidente U. R. Panebianco, Relatore R. Rordorf)

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CIRCOLAZIONE STRADALE – GUIDA IN STATO DI EBBREZZA - TASSO ALCOOLEMICO - SUPERAMENTO DELLE SOGLIE DI PUNIBILITA' - VALORI CENTESIMALI - RILEVANZA

CIRCOLAZIONE STRADALE – GUIDA IN STATO DI EBBREZZA - TASSO ALCOOLEMICO - SUPERAMENTO DELLE SOGLIE DI PUNIBILITA' - VALORI CENTESIMALI - RILEVANZA
La Corte di cassazione ha ritenuto che, in tema di guida in stato di ebbrezza, ai fini del superamento delle soglie di punibilità stabilite dall’art. 186, comma 2, lett. a), b) e c), Cod. strada, assumano rilievo anche i valori centesimali. (Nella specie, in presenza del rilievo di un tasso alcoolemico pari ad 1,56, si è, pertanto, ritenuto che ricorresse la fattispecie di cui alla lettera c).

Testo Completo: Sentenza n. 32055 del 7 luglio 2010 - depositata il 18 agosto 2010

(Sezione Quarta Penale, Presidente A. Morgigni, Relatore F. Marinelli
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NOTIFICAZIONI – FINALITA' - EFFETTIVA CONOSCENZA DELL'ATTO DA NOTIFICARE

NOTIFICAZIONI – FINALITA' - EFFETTIVA CONOSCENZA DELL'ATTO DA NOTIFICARE
La Corte di cassazione ha affermato che, in materia di notificazioni, ed in accordo con la ratio dell’art. 420-ter, comma 2, c.p.p., deve essere sempre privilegiato il fine di assicurare l’effettiva conoscenza degli atti processuali essenziali (tra i quali rientrano certamente quelli volti ad assicurare la partecipazione al giudizio), anche ricorrendo ad accorgimenti informali, il cui esito possa ragionevolmente risultare positivo. (In applicazione del principio, è stata dichiarata nulla la notificazione del decreto di citazione per il giudizio d’appello con le forme di cui all’art. 161 c.p.p. all’imputata, non comparsa nel successivo dibattimento, che aveva indicato come domicilio una Casella Postale, sul presupposto dell’irritualità – in concreto rilevata dall’ufficiale giudiziario – di tale indicazione, nonostante il fatto che presso la medesima Casella Postale fossero state utilmente effettuate le citazioni per il giudizio di primo grado, sempre seguite dalla comparizione dell’imputata).

Testo Completo: Sentenza n. 32213 del 9 giugno 2010 - depositata il 23 agosto 2010

(Sezione Sesta Penale, Presidente G. De Roberto, Relatore C. Citterio)

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giovedì 19 agosto 2010

TRIBUTI - IVA - RIMBORSO - RIMESSIONE, IN VIA PREGIUDIZIALE, ALLA CORTE DI GIUSTIZIA DELLE COMUNITÀ EUROPEE

TRIBUTI - IVA - RIMBORSO - RIMESSIONE, IN VIA PREGIUDIZIALE, ALLA CORTE DI GIUSTIZIA DELLE COMUNITÀ EUROPEE
La Corte ha rimesso, in via pregiudiziale, alla Corte di Giustizia delle Comunità Europee, le seguenti questioni interpretative:
se i principi di effettività, di non discriminazione e di neutralità fiscale in materia di imposta sul valore aggiunto ostino ad una disciplina o prassi nazionale che ricostruiscono il diritto del cessionario/committente al rimborso dell’i.v.a. pagata a torto come indebito oggettivo di diritto comune, a differenza di quello esercitato dal debitore principale (cedente o prestatore del servizio) con un limite temporale, per il primo, assai più lungo di quello posto al secondo, sì che la domanda del primo, esercitata quando il termine per il secondo è da tempo scaduto, possa dar luogo a condanna al rimborso di quest’ultimo senza che lo stesso possa più chiedere il rimborso all’Amministrazione finanziaria; tutto ciò senza la previsione di alcuno strumento di collegamento, atto a prevenire conflitti o contrasti, tra i procedimenti instaurati o da instaurarsi dinanzi alle diverse giurisdizioni;
se, a prescindere dall’ipotesi precedente, siano compatibili con i già riferiti principi, una prassi o giurisprudenza nazionale che consentano l’emanazione di una sentenza di rimborso a carico del cedente/prestatore del servizio a favore del cessionario/committente, il quale non aveva esercitato l’azione di rimborso dinanzi ad altro giudice nei termini a lui imposti, in affidamento di un’interpretazione giurisprudenziale, seguita dalla prassi amministrativa, secondo cui l’operazione era soggetta ad i.v.a..

Testo Completo: Ordinanza interlocutoria n. 18721 del 17 agosto 2010

(Sezione Quinta Tributaria, Presidente E. Altieri, Relatore E. Marigliano


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lunedì 16 agosto 2010

LAVORO SUBORDINATO – LICENZIAMENTO PER ASSERITE MOLESTIE SESSUALI – OMESSA INDICAZIONE DEL NOMINATIVO DELLA DIPENDENTE MOLESTATA – DIRITTO ALLA DIFESA

LAVORO SUBORDINATO – LICENZIAMENTO PER ASSERITE MOLESTIE SESSUALI – OMESSA INDICAZIONE DEL NOMINATIVO DELLA DIPENDENTE MOLESTATA – DIRITTO ALLA DIFESA DEL LICENZIATO E DIRITTO ALLA PRIVACY DELLA PERSONA MOLESTATA
La S.C. ha statuito che il richiamo ad opera di una parte processuale al doveroso rispetto del diritto (suo o di un terzo) alla privacy - cui il legislatore assicura in ogni sede adeguati strumenti di garanzia - non può legittimare una violazione del diritto di difesa, diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento (art. 24, comma 2, Cost.) che non può incontrare, nel suo esercizio, ostacoli ed impedimenti nell’accertamento della verità materiale a fronte di gravi addebiti (nella specie, asserite molestie sessuali nei confronti di una collega di lavoro), suscettibili di determinare ricadute pregiudizievoli per la controparte in termini di irreparabile vulnus alla sua onorabilità o la perdita di altri diritti fondamentali (come il diritto al posto di lavoro).

Testo Completo: Sentenza n. 18279 del 5 agosto 2010

(Sezione Lavoro, Presidente G. Vidiri, Relatore A. De Renzis
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FALLIMENTO - AMMISSIONE AL CONCORDATO PREVENTIVO - SUCCESSIVA DICHIARAZIONE DI FALLIMENTO - PRINCIPIO DI CONSECUZIONE

FALLIMENTO - AMMISSIONE AL CONCORDATO PREVENTIVO - SUCCESSIVA DICHIARAZIONE DI FALLIMENTO - PRINCIPIO DI CONSECUZIONE
APPLICABILITA' ANCHE DOPO LA RIFORMA DEL D.LGS. N. 5 DEL 2006 - SUSSISTENZA - CONSEGUENZE - DOMANDA DI AMMISSIONE AL PASSIVO ED ECCEZIONE DI COMPENSAZIONE - EPOCA DI INSORGENZA DEL CREDITO E DECORRENZA DEGLI INTERESSI - RETRODATAZIONE DALLA DOMANDA DI AMMISSIONE AL CONCORDATO PREVENTIVO - CONFIGURABILITA'

Anche dopo la riforma del d.lgs. n. 5 del 2006, in caso di dichiarazione di fallimento che consegua alla previa ammissione del medesimo debitore alla procedura di concordato preventivo, si applica tuttora il principio di consecuzione delle due procedure, con conseguente retrodatazione alla domanda di ammissione al concordato del calcolo degli interessi e della data di opponibilità della compensazione, risultando lo stato di crisi accertato dal tribunale di natura irreversibile, dunque sostanzialmente identico al presupposto dell’insolvenza di cui all’art. 5 legge fall..

Testo Completo: Sentenza n. 18437 del 6 agosto 2010

(Sezione Prima Civile, Presidente V. Proto, Relatore F.M. Fioretti)

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TRIBUTI - MISURE STRAORDINARIE DI DEFINIZIONE DI CONTROVERSIE TRIBUTARIE, LIMITATE NEL TEMPO E CONDIZIONATE AL PAGAMENTO DI UNA PARTE

TRIBUTI - MISURE STRAORDINARIE DI DEFINIZIONE DI CONTROVERSIE TRIBUTARIE, LIMITATE NEL TEMPO E CONDIZIONATE AL PAGAMENTO DI UNA PARTE, NOTEVOLMENTE INFERIORE, DELL’ IMPOSTA DOVUTA
RIMESSIONE, IN VIA PREGIUDIZIALE, ALLA CORTE DI GIUSTIZIA DELLE COMUNITÀ EUROPEE

La Corte ha rimesso, in via pregiudiziale, alla Corte di Giustizia delle Comunità Europee, le seguenti questioni interpretative:
se il principio del contrasto all’abuso del diritto in materia fiscale costituisca un principio fondamentale del diritto comunitario soltanto in materia di imposte armonizzate e nelle materie regolate da norme di diritto comunitario secondario, ovvero si estenda, quale ipotesi di abuso di libertà fondamentali, alle materie di imposte non armonizzate, quali le imposte dirette, quando l’imposizione ha per oggetto ritardi economici transnazionali, quale l’acquisto di diritti di godimento da parte di una società su azioni di altra società avente sede in altre Stato membro o in uno Stato terzo;
se sussista un interesse di rilevanza comunitaria alla previsione, da parte degli Stati membri, di adeguati strumenti di contrasto all’elusione fiscale in materia di imposte non armonizzate e se a tale interesse osti la non applicazione – nell’ambito di una misura di condono - del principio dell’abuso del diritto riconosciuto anche come regola del diritto nazionale e ricorra, in tal caso, una violazione dei principi ricavabili dall’art. 4, comma 3, del Trattato sull’Unione Europea;
se dai principi che governano il mercato unico possa ricavarsi un divieto di prevedere, oltre a misure straordinaria di rinuncia totale alla pretesa tributaria, misure straordinarie di definizione di controversie tributarie, limitate nel tempo e condizionate al pagamento di una parte, notevolmente inferiore, dell’ imposta dovuta;
se il principio di non discriminazione e la disciplina in materia di aiuti di Stato ostino al regime di definizione delle controversie fiscali di cui si tratta nella causa all’esame della S.C.;
se il principio di effettività dell’applicazione del diritto comunitario osti ad una disciplina processuale straordinaria e limitata nel tempo, che sottrae il controllo di legittimità (e in particolare quello su una corretta interpretazione e applicazione del diritto comunitario) al giudice di vertice, cui incombe l’obbligo di rimettere questioni pregiudiziali di validità e d’interpretazione alla Corte di Giustizia dell’ Unione Europea.

Testo Completo: Ordinanza interlocutoria n. 18055 del 4 agosto 2010

(Sezione Tributaria, Presidente E. Altieri, Relatore S. Sotgiu
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FALLIMENTO - DOMANDA DI AMMISSIONE AL PASSIVO - DEDUZIONE DELLA COMPENSAZIONE PARZIALE CON IL MINOR DEBITO VERSO IL FALLITO - AMMISSIONE AL PASSIVO

FALLIMENTO - DOMANDA DI AMMISSIONE AL PASSIVO - DEDUZIONE DELLA COMPENSAZIONE PARZIALE CON IL MINOR DEBITO VERSO IL FALLITO - AMMISSIONE AL PASSIVO PER IL CREDITO RESIDUO - GIUDICATO ENDOFALLIMENTARE -
RIVALUTAZIONE DELLA QUESTIONE DELL'EFFICACIA DEL TITOLO IN ALTRO GIUDIZIO PROMOSSO DAL CURATORE - AMMISSIBILITA' - PRECLUSIONE
L’ammissione al passivo fallimentare di un credito nella misura risultante dalla differenza dell’importo originario rispetto ad un minor debito verso il fallito, per il quale sia stata invocata dal creditore una concorrente causa di compensazione parziale, investe ogni questione attinente al fondamento, la consistenza e l’efficacia del titolo posto a base della domanda e dunque implica che, formatosi su di essa il giudicato endofallimentare, diviene preclusa l’autonoma azione con cui il curatore contesti il medesimo titolo sotto il profilo dell’efficacia, agendo in revocatoria degli atti giustificativi della dedotta ed ammessa causa di estinzione parziale del maggiore credito.

Testo Completo: Sentenza n. 16508 del 14 luglio 2010

(Sezioni Unite Civili, Presidente V. Carbone, Relatore C. Piccininni)

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RAPPORTI GIURISDIZIONALI CON AUTORITA' STRANIERE - MAE - TERMINE PER LA DECISIONE - APPLICAZIONE ALLA FASE IN CASSAZIONE - ESCLUSIONE

RAPPORTI GIURISDIZIONALI CON AUTORITA' STRANIERE - MAE - TERMINE PER LA DECISIONE - APPLICAZIONE ALLA FASE IN CASSAZIONE - ESCLUSIONE
La Corte ha stabilito che il termine perentorio previsto dall’art. 17 della 21 legge 69/2005 entro il quale deve essere emessa la decisione sulla consegna riguarda esclusivamente la decisione della Corte d'appello e non anche quella della Corte di Cassazione. Secondo la Corte, la mancata previsione di un termine predeterminato assoluto di scadenza della custodia cautelare, successivo alla prima sentenza, non costituisce ragione di irrazionalità del sistema e di irreparabile pregiudizio concreto del richiesto in consegna - rispetto ai parametri propri della disciplina nazionale cautelare generale ed estradizionale - tenuto conto dei tempi comunque ristretti previsti in via generale per la decisione sull'eventuale ricorso e della disciplina per i casi di sospensione e rinvio della consegna. Inoltre, ha aggiunto che quando, come nel caso di specie, il mandato d'arresto europeo si riferisce all'esecuzione di una decisione giurisdizionale definitiva, vi è comunque sempre il parametro costituito dall'entità della pena residua da eseguire.

Testo Completo: Ordinanza n. 25870 del 5 luglio 2010 - depositata il 6 luglio 2010

(Sezione Sesta Penale, Presidente G. De Roberto, Relatore C. Citterio
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IMPUGNAZIONI CIVILI - CASSAZIONE (RICORSO PER) - IN GENERE

IMPUGNAZIONI CIVILI - CASSAZIONE (RICORSO PER) - IN GENERE
La S.C., in materia di protezione internazionale, alla luce delle particolarità del rito, ha fornito una interpretazione sistematica e complessiva delle norme regolatrici del processo per cassazione promosso con ricorso ex art. 35 del d.lgs. n. 25 del 2008, come successivamente integrato e modificato.
ORDINE E SICUREZZA PUBBLICA - POLIZIA DI SICUREZZA - LIMITAZIONI DI POLIZIA - STRANIERI
La S.C., in tema di ricorso avverso il diniego di protezione internazionale, ha affermato che l’esistenza, a carico del richiedente la protezione, di una misura cautelare giurisdizionale emessa dal paese di provenienza per propaganda a favore di una organizzazione terroristica non è sufficiente ad escludere il fumus persecutionis, dovendo il giudice, avvalendosi dei suoi poteri di indagine ed informazione, verificare la situazione del paese ove dovrebbe operare il rientro e riscontrare, alla luce del fatto addebitato e non del mero nomen juris della contestazione, la riconducibilità delle condotte all’area della legittima espressione del dissenso ovvero a quella dell’incitamento vietato alla lotta armata.

Testo Completo: Ordinanza n. 17576 del 27 luglio 2010

(Sezione Sesta Civile, Presidente P. Vittoria, Relatore L. Macioce)


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RICORSO STRAORDINARIO PER ERRORE DI FATTO - LEGITTIMAZIONE DELL'IMPUTATO CONDANNATO SOLO AGLI EFFETTI CIVILI - SUSSISTENZA

RICORSO STRAORDINARIO PER ERRORE DI FATTO - LEGITTIMAZIONE DELL'IMPUTATO CONDANNATO SOLO AGLI EFFETTI CIVILI - SUSSISTENZA
E’ legittimato alla proposizione del ricorso straordinario, ex art. 625-bis cod. proc. pen., anche l’imputato (o il responsabile civile a norma dell’art. 83 cod. proc. pen.) che risulti condannato al risarcimento dei danni in favore della parte civile, per errore di fatto prodottosi nella decisione della Corte di Cassazione. (In motivazione, la S.C. ha osservato che se il disposto dell’art. 625-bis fosse riferibile solo all’errore di fatto incidente su una statuizione di condanna sul capo penale, sarebbe irragionevolmente preclusa al soccombente, rispetto all’azione risarcitoria esercitata dal danneggiato in sede penale, qualsiasi possibilità di far valere l’errore di fatto che si annidi in una pronuncia della Corte di Cassazione).

Testo Completo: Sentenza n. 26485 del 27 aprile 2010 - depositata il 9 luglio 2010

(Sezione Sesta Penale, Presidente A. S. Agrò, Relatore G. Conti)


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STRANIERI – “FAMILIARE” CONIUGE DI CITTADINO – SOGGIORNO – DISCIPLINA APPLICABILE

STRANIERI – “FAMILIARE” CONIUGE DI CITTADINO – SOGGIORNO – DISCIPLINA APPLICABILE
Il “familiare”- coniuge del cittadino italiano (o di altro Stato membro dell’Unione europea), dopo aver trascorso nel territorio dello Stato i primi tre mesi di soggiorno “informale”, è tenuto a richiedere la Carta di soggiorno ai sensi dell’art. 10 del d.lgs. n. 30 del 2007 e sino al momento in cui non ottenga detto titolo la sua condizione di soggiornante regolare rimane disciplinata dalla legislazione nazionale, in forza della quale, ai fini della concessione del permesso di soggiorno per coesione familiare (artt. 19, comma 2, lett. C, del d.lgs. n. 286 del 1998 e 28 del d.P.R. n. 394 del 1999), nonché ai fini della concessione e del mantenimento del titolo di soggiorno per coniugio, è imposta la sussistenza del requisito della convivenza effettiva.

Testo Completo: Sentenza n. 17346 del 23 luglio 2010

(Sezione Prima Civile, Presidente P. Vittoria, Relatore L. Macioce)

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PROCESSO CIVILE – IMPUGNAZIONI – APPELLO E OPPOSIZIONE DI TERZO AVVERSO LA MEDESIMA SENTENZA - SOSPENSIONE NECESSARIA DEL GIUDIZIO DI APPELLO –

PROCESSO CIVILE – IMPUGNAZIONI – APPELLO E OPPOSIZIONE DI TERZO AVVERSO LA MEDESIMA SENTENZA - SOSPENSIONE NECESSARIA DEL GIUDIZIO DI APPELLO – ESCLUSIONE – INTERVENTO EX ART. 344 COD. PROC. CIV. – INAMMISSIBILITÀ – INTERESSE AD IMPUGNARE
Nella stessa sentenza si è affermato, distintamente, che: 1) non può farsi ricorso alla sospensione necessaria del giudizio di appello, ex art. 295 cod. proc. civ., ove contro la medesima sentenza di primo grado esecutiva vengano proposti appello ed opposizione di terzo, giacché ciascuna impugnazione è destinata a proseguire per suo conto; 2) è inammissibile, per difetto di interesse ad impugnare, il motivo di ricorso per cassazione con il quale si censuri la sentenza di appello per aver dichiarato inammissibile l’intervento ex art. 344 cod. proc. civ. - nel caso non ampliativo dell'oggetto del contraddittorio, siccome adesivo alle conclusioni formulate dall'appellante - essendo però stato ammesso, dallo stesso giudice ed in favore del medesimo soggetto, l’intervento ex art. 111 cod. proc. civ.

Testo Completo: Sentenza n. 15353 del 25 giugno 2010

(Sezione Seconda Civile, Presidente A. Elefante, Relatore A. Giusti
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DEPOSITO DI MERCE PRESSO L’AUTORITA’ PORTUALE – SUCCESSIVA DISTRUZIONE A SEGUITO DI INCENDIO – AZIONE RISARCITORIA CONTRATTUALE NEI CONFRONTI DEL DEPO

DEPOSITO DI MERCE PRESSO L’AUTORITA’ PORTUALE – SUCCESSIVA DISTRUZIONE A SEGUITO DI INCENDIO – AZIONE RISARCITORIA CONTRATTUALE NEI CONFRONTI DEL DEPOSITARIO – LEGITTIMAZIONE ATTIVA DELL’ACQUIRENTE DELLA MERCE – SUSSISTENZA
In caso di alienazione di merce depositata presso l'autorità portuale e successivamente distrutta a seguito di incendio, deve ritenersi sussistente - in relazione alla azione di responsabilità contrattuale nei confronti dell'autorità portuale depositaria - la legittimazione attiva dell'acquirente in quanto titolare del rapporto sostanziale sotteso al rapporto di deposito, non avendovi più interesse il depositante, in conseguenza della vendita della merce medesima.

Testo Completo: Sentenza n. 15988 del 7 luglio 2010

(Sezione Terza Civile, Presidente S. Senese, Relatore G. Travaglino
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LOCAZIONE – IMMOBILE CONCESSO IN LOCAZIONE DALLA P.A. - DANNI PER RITARDATA RESTITUZIONE – PROVA

LOCAZIONE – IMMOBILE CONCESSO IN LOCAZIONE DALLA P.A. - DANNI PER RITARDATA RESTITUZIONE – PROVA
Nel caso di immobile concesso in locazione dalla P.A., è inesigibile la dimostrazione da parte di questa dell’esistenza di concrete proposte provenienti da aspiranti locatari ai fini dell’accertamento del maggior danno da ritardata restituzione dell’immobile locato ex art. 1591 cod. civ.; é, invece, sufficiente e necessaria, a tale riguardo, la prova dell’ammontare del canone conseguibile sul mercato per immobili aventi le medesime caratteristiche.

Testo Completo: Sentenza n. 16143 dell'8 luglio 2010

(Sezione Terza Civile, Presidente R. Preden, Relatore A. Spirito)


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PERSONA GIURIDICA – RESPONSABILITA’ DA REATO – SOGGETTI – SOCIETA’ “MISTA” ESERCENTE ATTIVITA’ OSPEDALIERA - SUSSISTENZA

PERSONA GIURIDICA – RESPONSABILITA’ DA REATO – SOGGETTI – SOCIETA’ “MISTA” ESERCENTE ATTIVITA’ OSPEDALIERA - SUSSISTENZA
La Corte ha precisato che la natura pubblicistica di un ente è condizione necessaria, ma non sufficiente, per esonerarlo dalla responsabilità da reato ex d. lgs. n. 231 del 2001, dovendo altresì concorrere la condizione che lo stesso ente non svolga attività economica. Conseguentemente i giudici di legittimità hanno riconosciuto la configurabilità della suddetta responsabilità nei confronti di un ente ospedaliero costituito come società a capitale “misto”, pubblico e privato.

Testo Completo: Sentenza n. 28699 del 9 luglio 2010 - depositata il 21 luglio 2010

(Sezione Seconda Penale, Presidente P. Bardovagni, Relatore A. Manna )

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GIURISDIZIONE – CONTRIBUTI PREVIDENZIALI DA FISCALIZZAZIONE ONERI SOCIALI - RISCOSSIONE CON CARTELLA ESATTORIALE - GIURISDIZIONE DEL GIUDICE ORDINARIO

GIURISDIZIONE – CONTRIBUTI PREVIDENZIALI DA FISCALIZZAZIONE ONERI SOCIALI - RISCOSSIONE CON CARTELLA ESATTORIALE - GIURISDIZIONE DEL GIUDICE ORDINARIO
Appartiene alla giurisdizione del giudice ordinario e non al giudice tributario la controversia riguardante la debenza di contributi previdenziali collegati ad interventi di fiscalizzazione degli oneri sociali in favore di un’impresa, ancorché richiesti dall’I.N.P.S. mediante cartella esattoriale,conseguente ad iscrizione a ruolo della pretesa contributiva.

Testo Completo: Sentenza n. 15168 del 23 giugno 2010

(Sezioni Unite Civili, Presidente P. Vittoria, Relatore M. D'Alonzo)

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MINORE – SOTTRAZIONE INTERNAZIONALE - DOMANDA DI RIENTRO - DECRETO DI RIGETTO DEL TRIBUNALE DEI MINORENNI - RICORSO PER CASSAZIONE - AMMISSIBILITA'

MINORE – SOTTRAZIONE INTERNAZIONALE - DOMANDA DI RIENTRO - DECRETO DI RIGETTO DEL TRIBUNALE DEI MINORENNI - RICORSO PER CASSAZIONE - AMMISSIBILITA'
La Corte, pronunciandosi per la prima volta sulla questione, ha dichiarato ammissibile il ricorso ex art. 111 Cost. avverso il provvedimento di rigetto della domanda di rientro nella residenza abituale del minore, illecitamente trasferito in altro Stato, emesso dal Tribunale dei Minorenni, ai sensi dell’art. 11 paragrafi 6,7,8, del Reg. CE n. 2201 del 2003, in sede di riesame del precedente diniego dell’autorità giudiziaria dello Stato membro ospitante il minore sottratto, ritenendo applicabile per analogia il procedimento previsto nell’art. 7 della l. n. 64 del 1994 (di ratifica della Convenzione dell’Aja in materia di sottrazione internazionale del minore) che, nell’ipotesi di domanda formulata per il tramite dell’Autorità centrale, prevede espressamente, al comma quarto, la proponibilità del ricorso per cassazione.

Testo Completo: Sentenza n. 16549 del 14 luglio 2010

(Sezione Prima Civile, Presidente M. G. Luccioli, Relatore S. Di Palma
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IMPUGNAZIONI - P.M. DI PRIMO GRADO CHE ABBIA PRESENTATO LE CONCLUSIONI NEL GIUDIZIO DI APPELLO - LEGITTIMAZIONE A IMPUGNARE LA SENTENZA DI APPELLO

IMPUGNAZIONI - P.M. DI PRIMO GRADO CHE ABBIA PRESENTATO LE CONCLUSIONI NEL GIUDIZIO DI APPELLO - LEGITTIMAZIONE A IMPUGNARE LA SENTENZA DI APPELLO
E’ legittimato a proporre ricorso per cassazione avverso la sentenza emessa dalla Corte di appello anche il pubblico ministero organicamente incardinato nella Procura della Repubblica presso il Tribunale, qualora abbia presentato le conclusioni nel giudizio di secondo grado cui abbia partecipato previo provvedimento autorizzativo del Procuratore Generale della Repubblica, in qualità di sostituto di quest’ultimo.

Testo Completo: Sentenza n. 27549 del 23 giugno 2010 – depositata il 15 luglio 2010

(Sezione Prima Penale, Presidente S. Chieffi, Relatore M. Vecchio)


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PROCEDIMENTO DI PREVENZIONE PATRIMONIALE - DOMANDA DEL TERZO CHE RIVENDICHI LA PROPRIETA' DEL BENE SEQUESTRATO E CHIEDA L'IMMISSIONE NEL POSSESSO DEL

PROCEDIMENTO DI PREVENZIONE PATRIMONIALE - DOMANDA DEL TERZO CHE RIVENDICHI LA PROPRIETA' DEL BENE SEQUESTRATO E CHIEDA L'IMMISSIONE NEL POSSESSO DEL MEDESIMO - COMPETENZA DEL GIUDICE DELLA PREVENZIONE
Rientra nella competenza del giudice davanti al quale pende il procedimento di prevenzione la domanda proposta dal terzo che, a seguito della declaratoria di nullità di un contratto di compravendita, rivendichi la proprietà del bene sequestrato e chieda l’immissione nel possesso del medesimo, nonché la consegna dei canoni di locazione già percepiti dall’autorità giudiziaria.

Testo Completo: Sentenza n. 27558 del 27 maggio 2010 – depositata il 15 luglio 2010

(Sezione Prima Penale, Presidente S. Chieffi, Relatore M. Cassano)

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MISURE DI PREVENZIONE - SORVEGLIANZA SPECIALE CON OBBLIGO DI SOGGIORNO - AUTORIZZAZIONE AD ASSENTARSI - PRESUPPOSTI

MISURE DI PREVENZIONE - SORVEGLIANZA SPECIALE CON OBBLIGO DI SOGGIORNO - AUTORIZZAZIONE AD ASSENTARSI - PRESUPPOSTI
In tema di misure di prevenzione, alla persona sottoposta alla sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno in un determinato comune può essere concessa l'autorizzazione ad allontanarsene per soddisfare esigenze di salute gravi e temporanee, ovvero in presenza di gravi e contingenti ragioni familiari, ma non anche per soddisfare generiche esigenze correlate al desiderio di mantenere rapporti visivi e personali con i propri parenti. (Applicando tale principio al caso di specie, è stata negata l’autorizzazione ad assentarsi dal luogo del soggiorno obbligato per recarsi ad effettuare un colloquio con il padre detenuto).

Testo Completo: Sentenza n. 27576 del 23 giugno 2010 – depositata il 15 luglio 2010

(Sezione Prima Penale, Presidente S. Chieffi, Relatore M. S. Di Tomassi
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SEQUESTRI - RIMOZIONE DEI SIGILLI - INTERVENTO DELL'AUTORITA' GIUDIZIARIA NEL PROCEDIMENTO DI VERIFICAZIONE DEI SIGILLI - NECESSITA' - LIMITI

SEQUESTRI - RIMOZIONE DEI SIGILLI - INTERVENTO DELL'AUTORITA' GIUDIZIARIA NEL PROCEDIMENTO DI VERIFICAZIONE DEI SIGILLI - NECESSITA' - LIMITI
L’intervento dell’autorità giudiziaria nel procedimento di verificazione dei sigilli non è necessario al di fuori del caso in cui il pubblico ministero o il giudice debbano compiere uno specifico atto che comporti la rimozione dei medesimi. (Applicando tale principio al caso di specie, la Corte ha ritenuto che legittimamente la polizia giudiziaria proceda a verificare l’integrità dei sigilli precedentemente apposti dalla stessa su reperti che debbano essere sottoposti ad accertamenti tecnici ad opera di un altro organo di polizia giudiziaria, per incarico del pubblico ministero).

Testo Completo: Sentenza n. 27579 del 23 giugno 2010 – depositata il 15 luglio 2010

(Sezione Prima Penale, Presidente S. Chieffi, Relatore M. Vecchio
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GIUDIZIO – LETTURE CONSENTITE - "SOPRAVVENUTA IMPOSSIBILITA' DI RIPETIZIONE" - NOZIONE - FATTISPECIE

GIUDIZIO – LETTURE CONSENTITE - "SOPRAVVENUTA IMPOSSIBILITA' DI RIPETIZIONE" - NOZIONE - FATTISPECIE
La Corte di Cassazione ha affermato che, in accordo con i principi sanciti dall’art. 6, comma 3, lett. d), CEDU, la lettura, ai sensi dell’art. 512 c.p.p. delle dichiarazioni rese nella fase delle indagini preliminari è consentita soltanto nei casi in cui risulti oggettivamente impossibile ottenere la presenza del testimone, e che detta situazione di <> ricorre unicamente quando il giudice abbia fatto tutto quanto in suo potere per reperire il dichiarante. (Nella specie, si è ritenuto che non fosse esauriente – al fine di giustificare la lettura ex art. 512 c.p.p. – la vana ricerca del dichiarante effettuata in due giorni consecutivi, senza lasciare alcun avviso scritto, nel solo domicilio, estendendo le ricerche presso l’Amministrazione carceraria, ma non anche presso il luogo – noto – di residenza e di nascita).

Testo Completo: Sentenza n. 22358 del 27 maggio 2010 - depositata l'11 giugno 2010

(Sezione Seconda Penale, Presidente P. A. Sirena, Relatore G. Casucci)

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PROCEDIMENTO CIVILE – COMPATIBILITA’ TRA FUNZIONI DI TESTE E DIFENSORE IN CAPO ALLO STESSO SOGGETTO - CONDIZIONI E LIMITI

PROCEDIMENTO CIVILE – COMPATIBILITA’ TRA FUNZIONI DI TESTE E DIFENSORE IN CAPO ALLO STESSO SOGGETTO - CONDIZIONI E LIMITI
In base alla normativa processuale, non può affermarsi che sussista l’incompatibilità (salva la rilevanza della condotta sul piano delle regole deontologiche) tra le funzioni di teste e di difensore in capo allo stesso soggetto qualora esse siano esplicate in fasi o gradi diversi dello stesso processo, purché non contestualmente e a condizione che sia già cessata l’una o l’altra.

Testo Completo: Sentenza n. 16151 dell'8 luglio 2010

(Sezione Terza Civile, Presidente L. F. Di Nanni, Relatore A. Segreto
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DIFFAMAZIONE A MEZZO STAMPA - DIRITTO DI CRONACA - GIORNALISMO D'INCHIESTA - LIMITE DELLA VERITA' OGGETTIVA DELLA NOTIZIA - CONNOTAZIONE PARTICOLARE

DIFFAMAZIONE A MEZZO STAMPA - DIRITTO DI CRONACA - GIORNALISMO D'INCHIESTA - LIMITE DELLA VERITA' OGGETTIVA DELLA NOTIZIA - CONNOTAZIONE PARTICOLARE
In tema di diritto di cronaca e di critica, la Corte (in riferimento a un articolo originato da campioni di thè consegnati a laboratori di analisi che avevano attestato trattarsi di liquido organico umano) ha precisato che, quando si tratta del cosiddetto «giornalismo di inchiesta» - il quale provvede ad attingere direttamente l’informazione – gli obblighi del giornalista, connessi al generale limite della verità oggettiva della notizia pubblicata, si sostanziano nel rispetto dei principi etici e deontologici dell’attività professionale, quali risultano dalla relativa legge (art. 2 della legge n. 69 del 1963) e dalla Carta dei doveri del giornalista, ai quali si aggiunge il rispetto della riservatezza, secondo quanto stabilito dalle regole deontologiche in tema di trattamento dei dati personali; fermi restando, comunque, i limiti generali costituti dall’interesse pubblico alla conoscenza del fatto e la correttezza formale dell’esposizione.

Testo Completo: Sentenza n. 16236 del 9 luglio 2010

(Sezione Terza Civile, Presidente M. R. Morelli, Relatore B. Spagna Musso
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PROCEDIMENTO CIVILE – COMPATIBILITA’ TRA FUNZIONI DI TESTE E DIFENSORE IN CAPO ALLO STESSO SOGGETTO - CONDIZIONI E LIMITI

PROCEDIMENTO CIVILE – COMPATIBILITA’ TRA FUNZIONI DI TESTE E DIFENSORE IN CAPO ALLO STESSO SOGGETTO - CONDIZIONI E LIMITI
In base alla normativa processuale, non può affermarsi che sussista l’incompatibilità (salva la rilevanza della condotta sul piano delle regole deontologiche) tra le funzioni di teste e di difensore in capo allo stesso soggetto qualora esse siano esplicate in fasi o gradi diversi dello stesso processo, purché non contestualmente e a condizione che sia già cessata l’una o l’altra.

Testo Completo: Sentenza n. 16151 dell'8 luglio 2010

(Sezione Terza Civile, Presidente L. F. Di Nanni, Relatore A. Segreto)

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PROFESSIONI E PROFESSIONISTI – AVVOCATO - RESPONSABILITÀ – CONFIGURABILITA’ IN CASO DI OMESSA ATTIVITA’ DIFENSIVA PER CAUSA AD ELEVATO RISCHIO

PROFESSIONI E PROFESSIONISTI – AVVOCATO - RESPONSABILITÀ – CONFIGURABILITA’ IN CASO DI OMESSA ATTIVITA’ DIFENSIVA PER CAUSA AD ELEVATO RISCHIO DI SOCCOMBENZA - SUSSISTENZA
E’ configurabile la responsabilità professionale dell’avvocato quando, in caso di controversie ritenute di notevole difficoltà e tali da esporre il cliente ad un elevato rischio di soccombenza, accetti comunque di patrocinare un parte e poi si disinteressi totalmente di cercare, in ogni modo, di tutelarne le possibili ragioni, senza, nemmeno, attivarsi per trovare una soluzione transattiva, esponendo il cliente all'incremento del pregiudizio iniziale, se non altro a causa delle spese processuali a cui lo stesso va incontro, per la propria difesa e per quella della parte avversa.

Testo Completo: Sentenza n. 15717 del 2 luglio 2010

(Sezione Terza Civile, Presidente F. Trifone, Relatore R. Lanzillo)

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RESPONSABILITÀ CIVILE – DIFFAMAZIONE - INSINDACABILITÀ PREVISTA DALL’ART. 68 COST. – PRESUPPOSTI E LIMITI - CONSEGUENZE

RESPONSABILITÀ CIVILE – DIFFAMAZIONE - INSINDACABILITÀ PREVISTA DALL’ART. 68 COST. – PRESUPPOSTI E LIMITI - CONSEGUENZE
L'insindacabilità prevista dall'art. 68 Cost. non si riferisce solo al compimento degli atti tipici del mandato parlamentare, ma investe anche l'attività extraparlamentare, a condizione, però, che tale ultima attività si configuri come strettamente connessa all'espletamento delle funzioni tipiche e delle finalità proprie del mandato parlamentare, cosicché, in mancanza di questo essenziale nesso, ricorrono le condizioni, in presenza della contraria deliberazione della Camera di appartenenza, per sollevare conflitto di attribuzione tra i poteri dello Stato, rimettendone la risoluzione alla Corte costituzionale.

Testo Completo: Ordinanza n. 16110 dell'8 luglio 2010

(Sezione Terza Civile, Presidente e Relatore M. R. Morelli)


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MEDIAZIONE – PROVVIGIONE

MEDIAZIONE – PROVVIGIONE
In tema di mediazione, il d. lgs. 26 marzo 2010 n. 59, che ha soppresso il ruolo dei mediatori di cui all'art. 2 della legge 3 febbraio 1989 n. 39, non ha però abrogato tale legge e, in particolare, l'art. 6 della stessa, il quale – disponendo l’art. 73 del decreto legislativo indicato che le attività disciplinate dalla predetta legge sono soggette a dichiarazione di inizio di attività corredata da certificazioni attestanti il possesso dei requisiti prescritti, da presentare alla camera di commercio - deve interpretarsi nel senso che, anche per i rapporti di mediazione sottoposti alla normativa di cui al d. lgs. n. 59 del 2010, hanno diritto alla provvigione i soli mediatori iscritti nei registri o nei repertori tenuti dalla camera di commercio.

Testo Completo: Sentenza n. 16147 dell'8 luglio 2010

(Sezione Terza Civile, Presidente L. F. Di Nanni, Relatore A. Segreto)

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PENA – SOSTITUZIONE DELLA PENA DETENTIVA CON PENA PECUNIARIA - APPLICABILITA' NEI CONFRONTI DI PERSONA IN CONDIZIONI ECONOMICHE DISAGIATE - POSSIBILIT

PENA – SOSTITUZIONE DELLA PENA DETENTIVA CON PENA PECUNIARIA - APPLICABILITA' NEI CONFRONTI DI PERSONA IN CONDIZIONI ECONOMICHE DISAGIATE - POSSIBILITA' - SUSSISTENZA
La Sezioni unite hanno affermato che la sostituzione della pena detentiva con quella pecuniaria è consentita anche in relazione a condanna inflitta a persona in condizioni economiche disagiate, in quanto la presunzione di inadempimento, ostativa in forza dell'art. 58, secondo comma, L. 24 novembre 1981 n. 689, si riferisce soltanto alle pene sostitutive di quella detentiva accompagnate da prescrizioni (semidetenzione o libertà controllata), e non alla pena pecuniaria sostitutiva, che non prevede alcuna particolare prescrizione.

Testo Completo: Sentenza n. 24476 del 22 aprile 2010 - depositata il 30 giugno 2010

(Sezioni Unite Penali, Presidente T. Gemelli, Relatore S. L. Carmenini)

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