Ultime dalla Cassazione

Sentenze e massime della Corte di Cassazione - Ultimi orientamenti giurisprudenziali.
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E' possibile scaricare il testo completo della sentenza (in formato pdf) cliccando sul link posizionato sotto la massima.

martedì 25 maggio 2010

DELITTI CONTRO IL PATRIMONIO – USURA – DETERMINAZIONE DEL TASSO USURAIO

DELITTI CONTRO IL PATRIMONIO – USURA – DETERMINAZIONE DEL TASSO USURAIO
La Corte ha affermato che, in tema di usura, ai fini della valutazione dell'eventuale carattere usuraio del tasso effettivo globale (TEG) di interesse praticato da un istituto di credito deve tenersi conto anche della commissione di massimo scoperto praticata sulle operazioni di finanziamento per le quali l'utilizzo del credito avviene in modo variabile, costituendo lo stesso il corrispettivo per l’onere, a cui l’intermediario finanziario si sottopone, di procurarsi la necessaria provvista di liquidità da tenere a disposizione del cliente e come tale rientra nella tipologia degli elementi presi in considerazioni dall’art. 644, comma quarto, cod. pen., ai fini della determinazione del tasso d’interesse usuraio.

Testo Completo: Sentenza n. 12028 udienza del 19 febbraio 2010 - depositata il 26 marzo 2010

(Sezione Seconda, Presidente S. L. Carmenini, Relatore D. Gallo)


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venerdì 21 maggio 2010

LAVORO SUBORDINATO – DIPENDENTI DELLE AZIENDE GRAFICHE ED AFFINI E DELLE AZIENDE EDITORIALI - CALCOLO TFR

LAVORO SUBORDINATO – DIPENDENTI DELLE AZIENDE GRAFICHE ED AFFINI E DELLE AZIENDE EDITORIALI - CALCOLO TFR
La S.C., chiamata a pronunciarsi sulla computabilità del compenso per lavoro straordinario ai fini del calcolo del TFR e sull’interpretazione del CCNL del 1992 per i dipendenti delle aziende grafiche ed affini e delle aziende editoriali, ha statuito che a partire dalla data di entrata in vigore del predetto CCNL, la quota annuale di cui all’art. 1 della l. n. 297 del 1982 per il calcolo del trattamento di fine rapporto concerne la retribuzione indicata nell’art. 21 CCNL sulla nomenclatura, ossia quanto “complessivamente percepito dal quadro, dall’impiegato e dall’operaio per la sua prestazione lavorativa, nell’orario normale.

Testo Completo: Sentenza n. 365 del 13 gennaio 2010

(Sezione Lavoro, Presidente F. Roselli, Relatore M. La Terza)


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ESECUZIONE - MISURE ALTERNATIVE ALLA DETENZIONE - DOMANDA - OMESSA DICHIARAZIONE O ELEZIONE DI DOMICILIO - INAMMISSIBILITA'

ESECUZIONE - MISURE ALTERNATIVE ALLA DETENZIONE - DOMANDA - OMESSA DICHIARAZIONE O ELEZIONE DI DOMICILIO - INAMMISSIBILITA'
Le Sezioni unite, risolvendo un contrasto di giurisprudenza, hanno affermato il seguente principio di diritto: la richiesta di misura alternativa, proposta ai sensi dell’art. 656, comma 6, c.p.p. deve essere corredata, a pena di inammissibilità, dalla dichiarazione o dalla elezione di domicilio del condannato prevista dall’art. 677, comma 2 bis, c.p.p.; tale obbligo non può essere assolto con modalità diverse da quelle previste; l’obbligo in questione sussiste, pur quando l’istanza sia presentata dal difensore, a meno che il condannato risulti in atti irreperibile o latitante. Conseguentemente, la Corte ha ritenuto inammissibile la richiesta di misura alternativa presentata dal difensore, nella quale era indicato il domicilio del proprio assistito, nella specie né latitante né irreperibile.

Testo Completo: Sentenza n. 18775 del 17 dicembre 2009 - depositata il 19 maggio 2010

(Sezioni Unite Penali, Presidente E. Fazzioli, Relatore M. C. Siotto)

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TRIBUTI - PREAVVISO DI FERMO AMMINISTRATIVO RELATIVO A CREDITI DI NATURA EXTRATRIBUTARIA - AUTONOMIA IMPUGNABILITA' - CONFIGURABILITA'

TRIBUTI - PREAVVISO DI FERMO AMMINISTRATIVO RELATIVO A CREDITI DI NATURA EXTRATRIBUTARIA - AUTONOMIA IMPUGNABILITA' - CONFIGURABILITA'
La S.C. ha affermato che il c.d. preavviso di fermo amministrativo è sempre impugnabile, anche se relativo a crediti di natura extratributaria.

Testo Completo: Sentenza n. 11087 del 30 aprile 2010

(Sezioni Unite Civili, Presidente V. Carbone, Relatore A. Merone)

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ESECUZIONE FORZATA - OPPOSIZIONE IN SEDE DISTRIBUTIVA - SOSPENSIONE TERMINI FERIALI - ESCLUSIONE

ESECUZIONE FORZATA - OPPOSIZIONE IN SEDE DISTRIBUTIVA - SOSPENSIONE TERMINI FERIALI - ESCLUSIONE
La sospensione feriale dei termini processuali non si applica alle opposizioni relative alla distribuzione della somma ricavata in sede di esecuzione forzata proposte ai sensi dell’art. 512 cod. proc. civ. previgente, attesa l’identità strutturale e funzionale dell’incidente cognitivo in sede distributiva con l’opposizione all’esecuzione, espressamente esclusa dal regime della sospensione dei termini feriali ex art. 92 r.d. n. 12 del 1941. A sostegno dell’orientamento prescelto, la Corte ha sottolineato la coerenza della scelta interpretativa con la nuova formulazione dell’art. 512 cod. proc. civ. e con il canone costituzionale della ragionevole durata del processo, producendo anche le opposizioni in sede distributiva una considerevole dilatazione dei tempi di attuazione del soddisfacimento dei creditori.

Testo Completo: Sentenza n. 10617 del 6 maggio 2010

(Sezioni Unite Civili, Presidente V. Carbone, Relatore G. Travaglino)

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DELITTI CONTRO IL PATRIMONIO – RICICLAGGIO - TENTATIVO - AMMISSIBILITA'

DELITTI CONTRO IL PATRIMONIO – RICICLAGGIO - TENTATIVO - AMMISSIBILITA'
La Corte di cassazione ha affermato il principio di diritto per il quale è configurabile il tentativo di riciclaggio, in quanto, nella vigente formulazione della fattispecie, il delitto di riciclaggio non è costruito come delitto a consumazione anticipata.

Testo Completo: Sentenza n. 17694 del 14 gennaio 2010 - depositata il 7 maggio 2010

(Sezione Quinta Penale, Presidente G. Ambrosini, Relatore G. Marasca)


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NULLITA’ PROCESSUALI – DIFETTO DI CORRELAZIONE TRA ACCUSA E SENTENZA DI APPELLO – NULLITA’ A REGIME INTERMEDIO – RILEVABILITA’ NEL GIUDIZIO DI LEGITTI

NULLITA’ PROCESSUALI – DIFETTO DI CORRELAZIONE TRA ACCUSA E SENTENZA DI APPELLO – NULLITA’ A REGIME INTERMEDIO – RILEVABILITA’ NEL GIUDIZIO DI LEGITTIMITA’
La Corte, nel ribadire che la violazione del principio di correlazione tra accusa e sentenza integra una nullita' a regime intermedio, ha precisato che, qualora tale violazione venga commessa nella sentenza d'appello, la nullità può essere rilevata anche d'ufficio nel giudizio di legittimità.

Testo Completo: Sentenza n. 12620 udienza del 25 marzo 2010 - depositata il 31 marzo 2010

(Sezione Sesta Penale, Presidente G. De Roberto, Relatore C. Citterio)


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martedì 18 maggio 2010

TRIBUTI - PROCESSO TRIBUTARIO - RICORSO CUMULATIVO - AMMISSIBILITA' - CONDIZIONI - LIMITI

TRIBUTI - PROCESSO TRIBUTARIO - RICORSO CUMULATIVO - AMMISSIBILITA' - CONDIZIONI - LIMITI
La S.C., nel sottolineare la netta differenza con la fattispecie decisa dalle S.U. con la pronuncia n. 3692 del 2009, con la quale è stata riconosciuta l’ammissibilità di ricorsi tributari cumulativi, ha stabilito che nel processo tributario, non è ammissibile la proposizione di un ricorso collettivo (proposto da più parti) e cumulativo (proposto nei confronti di più atti impugnabili) da parte di una pluralità di contribuenti destinatari di individuali e distinti rapporti giuridici d'imposta che risulti fondato esclusivamente sulla medesima "ratio decidendi", essendo necessario ai sensi dell’art.19 del d.lgs n. 546 del 1992, che tra le cause intercorrano questioni comuni non solo in diritto ma anche in fatto e che esse non siano soltanto uguali in astratto ma consistano in un identico fatto storico da cui siano determinate le impugnazioni dei contribuenti con la conseguente virtuale possibilità di un contrasto di giudicati in caso di decisione non unitaria. (Nella fattispecie il ricorso cumulativo era stato proposto da una pluralità di liberi professionisti che svolgevano attività diverse ed avevano distinte strutture professionali, avverso il rifiuto amministrativo di rimborso di annualità I.R.A.P., fondato sul medesimo profilo di diritto).

Testo Completo: Sentenza n. 10578 del 30 aprile 2010

(Sezione Quinta Civile, Presidente F. M. Canevari, Relatore G. Carleo)


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ASSICURAZIONE – INTERPRETAZIONE DEL CONTRATTO - CRITERI

ASSICURAZIONE – INTERPRETAZIONE DEL CONTRATTO - CRITERI
L’interpretazione di un contratto di assicurazione contro i danni va effettuata, in ragione della natura sinallagmatica del vincolo, alla luce del principio di necessaria corrispondenza tra ammontare del premio dovuto dall’assicurato e contenuto dell’obbligazione dell’assicuratore, per cui, ai fini dell’individuazione del tipo e del limite massimo del rischio assicurato, rileva la determinazione del premio di polizza.

Testo Completo: Sentenza n. 10596 del 30 aprile 2010

(Sezione Terza Civile, Presidente M. R. Morelli, Relatore G. Travaglino)

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venerdì 14 maggio 2010

PROFESSIONI E PROFESSIONISTI – PROCEDIMENTI DISCIPLINARI RELATIVI AGLI AVVOCATI – ART. 213 COD. PROC. CIV. – APPLICABILITÀ – SUSSISTENZA – FONDAMENTO

PROFESSIONI E PROFESSIONISTI – PROCEDIMENTI DISCIPLINARI RELATIVI AGLI AVVOCATI – ART. 213 COD. PROC. CIV. – APPLICABILITÀ – SUSSISTENZA – FONDAMENTO
Le S.U. della S.C. hanno affermato che, nei procedimenti disciplinari relativi agli avvocati, nulla disponendo la legge professionale in ordine alla richiesta di informazioni da parte del giudice disciplinare, deve trovare applicazione l'art. 213 cod. proc. civ., ai sensi del quale le informazioni scritte e i documenti necessari al processo possono essere richiesti d'ufficio dal giudice alla P.A..

Testo Completo: Sentenza n. 10692 del 4 maggio 2010

(Sezioni Unite Civili, Presidente V. Carbone, Relatore G. Salmè
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PROCEDIMENTO CIVILE – NUOVO PROCESSO SOCIETARIO – ISTANZA DI FISSAZIONE DELL'UDIENZA - DIES A QUO DI DECORRENZA DEL TERMINE PER LA NOTIFICA ALLE CONTR

PROCEDIMENTO CIVILE – NUOVO PROCESSO SOCIETARIO – ISTANZA DI FISSAZIONE DELL'UDIENZA - DIES A QUO DI DECORRENZA DEL TERMINE PER LA NOTIFICA ALLE CONTROPARTI
La Corte ha preso posizione sull’interpretazione dell’art. 8, 4° comma, del d. lgs. 17 gennaio 2003, n. 5, stabilendo che esso non concede all’attore un ulteriore termine per notificare alle controparti l’istanza di fissazione dell’udienza, in quanto il dies a quo di decorrenza dei venti giorni previsti dalla norma si computa dalla scadenza del termine, entro il quale il convenuto avrebbe potuto replicare e che abbia lasciato vanamente decorrere.

Testo Completo: Sentenza n. 10654 del 3 maggio 2010

(Sezione Prima Civile, Presidente C. Carnevale, Relatore R. Rordorf)

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FALLIMENTO - DICHIARAZIONE DI FALLIMENTO - SOCIETA' - TERMINE - CANCELLAZIONE DELLA SOCIETA' DAL REGISTRO DELLE IMPRESE - SOPRAVVENUTO DECRETO EX ART.

FALLIMENTO - DICHIARAZIONE DI FALLIMENTO - SOCIETA' - TERMINE - CANCELLAZIONE DELLA SOCIETA' DAL REGISTRO DELLE IMPRESE - SOPRAVVENUTO DECRETO EX ART. 2191 COD. CIV. - CONSEGUENZE
In tema di dichiarazione di fallimento di una società, le S.U., con complessa motivazione, hanno affermato che, ai fini del rispetto del termine di un anno dalla cancellazione dal registro delle imprese, previsto dall'art. 10 legge fall., si presume sino a prova contraria la continuazione delle attività societarie qualora sia iscritto nel registro delle imprese il decreto con cui il giudice del registro, ai sensi dell'art. 2191 cod. civ., ordina la cancellazione della pregressa cancellazione della società già iscritta nello stesso registro.

Testo Completo: Sentenza n. 8426 del 9 aprile 2010

(Sezioni Unite Civili, Presidente P. Vittoria, Relatore F. Forte)


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EQUA RIPARAZIONE - RELATIVO PROCEDIMENTO - DISTINTI RICORSI RIUNITI - APPLICAZIONE DEL PRINCIPIO DI ABUSO DEL PROCESSO - CONSEGUENZE IN TEMA DI SPESE

EQUA RIPARAZIONE - RELATIVO PROCEDIMENTO - DISTINTI RICORSI RIUNITI - APPLICAZIONE DEL PRINCIPIO DI ABUSO DEL PROCESSO - CONSEGUENZE IN TEMA DI SPESE GIUDIZIALI
Applicando per la prima volta il principio dell’abuso dello strumento processuale i tema di spese giudiziali, la Corte, decidendo su una pluralità di ricorsi, con identico patrocinio legale, contenenti domande connesse per l’oggetto e per il titolo, relativi alla richiesta di indennizzo del pregiudizio derivante dalla violazione del termine di ragionevole durata del processo, già riuniti nella fase di merito, ha motivatamente ritenuto che - non potendosi dichiarare l’inammissibilità dei ricorsi, visto che non è illegittimo lo strumento processuale ma le modalità di utilizzo dello stesso - l’onere delle spese va valutato come se il procedimento fosse stato unico sin dall’origine, dovendosi eliminare gli effetti distorsivi dell’abuso.

Testo Completo: Ordinanza n. 10634 del 3 maggio 2010

(Sezione Prima Civile, Presidente U. R. Panebianco, Relatore V. Zanichelli)

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EQUA RIPARAZIONE - SENTENZA EX ART. 279 COD. PROC. CIV. NEL PROCESSO PRESUPPOSTO - COMPUTO DEL TERMINE RAGIONEVOLE DI DURATA DEL PROCESSO

EQUA RIPARAZIONE - SENTENZA EX ART. 279 COD. PROC. CIV. NEL PROCESSO PRESUPPOSTO - COMPUTO DEL TERMINE RAGIONEVOLE DI DURATA DEL PROCESSO
In tema di equa riparazione ai sensi della legge 24 marzo 2001 n. 89, la Corte ha stabilito che, qualora nel processo presupposto sia intervenuta una sentenza non definitiva ex art. 279 cod. proc. civ., il computo del superamento del termine ragionevole di durata del processo va effettuato dalla data dell'introduzione del giudizio sino a quella della decisione definitiva, assunta nello stesso grado, che definisce la controversia.

Testo Completo: Sentenza n. 10903 del 5 maggio 2010

(Sezione Prima Civile, Presidente M. Adamo, Relatore M. R. Cultrera)


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TITOLI DI CREDITO – ASSEGNO BANCARIO NON TRASFERIBILE – SPEDIZIONE DELL’ASSEGNO A MEZZO POSTA – FALSIFICAZIONE E PAGAMENTO - RESPONSABILITA’ RISARCITO

TITOLI DI CREDITO – ASSEGNO BANCARIO NON TRASFERIBILE – SPEDIZIONE DELL’ASSEGNO A MEZZO POSTA – FALSIFICAZIONE E PAGAMENTO - RESPONSABILITA’ RISARCITORIA – INDIVIDUAZIONE
Ai fini del risarcimento del danno richiesto dal traente un assegno di rilevante importo, sbarrato e non trasferibile, oggetto di riconoscibile falsificazione nel nome del beneficiario e pagato a soggetto non interessato dal rapporto cartolare, non assume rilievo causale la condotta tenuta dal traente medesimo consistente nella spedizione di detto assegno a mezzo di raccomandata con ricevuta di ritorno, dovendosi ascrivere la responsabilità per l’evento dannoso unicamente alle condotte colpose poste in essere, rispettivamente, dall’istituto di credito che, nonostante l’evidente falsificazione, ha posto il titolo all’incasso e dalla banca che ha presentato il titolo stesso in stanza di compensazione; né può essere invocata, per affermare la concorrente responsabilità del traente, la disciplina posta dagli artt. 83 e 84 del d.P.R. 29 marzo 1973, n. 156, sul divieto di includere nelle corrispondenze denaro, oggetti preziosi e carte di valore, in quanto attinente ai soli rapporti tra l’ente postale e gli utenti del medesimo.

Testo Completo: Sentenza n. 7618 del 30 marzo 2010

(Sezione Terza Civile, Presidente S. Senese, Relatore R. Vivaldi)


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PRESCRIZIONE CIVILE - ATTI INTERRUTTIVI - IN GENERE

PRESCRIZIONE CIVILE - ATTI INTERRUTTIVI - IN GENERE
RICHIESTA DI ACCESSO AI DOCUMENTI AMMINISTRATIVI - EFFICACIA DI ATTO INTERRUTTIVO DELLA PRESCRIZIONE - ESCLUSIONE
In tema di prescrizione, non costituisce atto interruttivo la richiesta di accesso ai documenti amministrativi effettuata dal privato alla P.A. al fine di verificare se vi siano gli estremi per proporre un’azione civile nei confronti di quest’ultima, atteso che tale richiesta non vale a costituire in mora l’amministrazione.

Testo Completo: Sentenza n. 10535 del 30 marzo 2010

(Sezione Terza Civile, Presidente F. Roselli, Relatore P. Curzio)

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PRESCRIZIONE CIVILE - ATTI INTERRUTTIVI - IN GENERE

PRESCRIZIONE CIVILE - ATTI INTERRUTTIVI - IN GENERE
RICHIESTA DI ACCESSO AI DOCUMENTI AMMINISTRATIVI - EFFICACIA DI ATTO INTERRUTTIVO DELLA PRESCRIZIONE - ESCLUSIONE
In tema di prescrizione, non costituisce atto interruttivo la richiesta di accesso ai documenti amministrativi effettuata dal privato alla P.A. al fine di verificare se vi siano gli estremi per proporre un’azione civile nei confronti di quest’ultima, atteso che tale richiesta non vale a costituire in mora l’amministrazione.

Testo Completo: Sentenza n. 10535 del 30 marzo 2010

(Sezione Terza Civile, Presidente F. Roselli, Relatore P. Curzio)

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REATO - RAPPORTO DI CAUSALITÀ - OBBLIGO GIURIDICO DI IMPEDIRE L'EVENTO - - CALAMITÀ NATURALI O CATASTROFI – SINDACO - POSIZIONE DI GARANZIA.

REATO - RAPPORTO DI CAUSALITÀ - OBBLIGO GIURIDICO DI IMPEDIRE L'EVENTO - - CALAMITÀ NATURALI O CATASTROFI – SINDACO - POSIZIONE DI GARANZIA.
In relazione agli eventi verificatisi in Sarno, nel quale l'abitato fu investito da numerose colate di fango che provocarono la morte di 137 persone, la Corte ha affermato che, nel sistema delineato dalla 1. 24 febbraio 1992 n. 225 (istituzione del servizio nazionale della protezione civile) al sindaco, quale autorità locale di protezione civile e nell'ambito del territorio comunale, compete la gestione dell'emergenza provocata da eventi naturali o connessi con l'attività dell'uomo, di calamità naturali o catastrofi; se questi eventi non possono essere fronteggiati con i mezzi a disposizione del comune il sindaco chiede l'intervento di altri mezzi e strutture al prefetto che adotta i provvedimenti di competenza coordinandoli con quelli del sindaco le cui attribuzioni hanno natura concorrente (e non residuale) con quelle del prefetto che ne ha la direzione.

Testo Completo: Sentenza n. 16761 udienza del 11 marzo 2010 - depositata il 3 maggio 2010

(Quarta Sezione Penale, Presidente P. Mocali, Relatore C.G. Brusco)

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TRIBUTI – ICI – IMMOBILI POSSEDUTI DAI COMUNI – ESENZIONE – ECCEZIONE DI ILLEGITTIMITÀ COSTITUZIONALE – NON MANIFESTA INFONDATEZZA

TRIBUTI – ICI – IMMOBILI POSSEDUTI DAI COMUNI – ESENZIONE – ECCEZIONE DI ILLEGITTIMITÀ COSTITUZIONALE – NON MANIFESTA INFONDATEZZA
La Corte ha trasmesso gli atti alla Corte costituzionale ritenendo non manifestamente infondata - in riferimento agli artt. 2, 3 e 38 Cost. - l'eccezione di illegittimità costituzionale dell'art. 7, comma 1, lett. a), del d.lgs. 30 dicembre 1992, n. 504, nella parte in cui, come interpretato in termini di diritto vivente, prevede l'esenzione dall'ICI per gli immobili posseduti dai comuni, purché l'immobile sia destinato direttamente ed immediatamente allo svolgimento dei compiti istituzionali dell'ente locale, restando esclusa l'esenzione nel caso dell'esercizio del pubblico servizio mediante l'assegnazione e gestione di alloggi di edilizia residenziale pubblica.

Testo Completo: Ordinanza n. 9477 dell'21 aprile 2010

(Sezione Tributaria Civile, Presidente E.Altieri, Relatore S. Sotgiu)


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sabato 8 maggio 2010

COSA GIUDICATA – SENTENZA CORTE EDU – ACCERTAMENTO INIQUITA’ -TRATTAMENTO SANZIONATORIO – RIDETERMINAZIONE – AMMISSIBILITÀ.

COSA GIUDICATA – SENTENZA CORTE EDU – ACCERTAMENTO INIQUITA’ -TRATTAMENTO SANZIONATORIO – RIDETERMINAZIONE – AMMISSIBILITÀ.
La S.C. ha affrontato la vicenda che ha formato oggetto della sentenza del 17 settembre 2009 (ricorso n. 10249/03) con la quale la Grande Camera della Corte europea dei diritti dell’uomo ha dichiarato la violazione da parte dell’Italia degli artt. 6 e 7 della Convenzione in relazione alla condanna di un imputato alla pena dell’ergastolo inflitta in grado di appello seguito al giudizio abbreviato definito il giorno dell’entrata in vigore del D.L. n. 341 del 2000; la Corte di cassazione, preso atto dell’esigenza di provvedere all’immediata caducazione della decisione viziata, ha rideterminato la pena in trenta anni di reclusione, annullando senza rinvio la sentenza della Corte di assise di appello che aveva irrogato l’illegittimo trattamento sanzionatorio, previa la revoca in parte qua della sentenza della stessa Corte di cassazione che aveva fatto passare in giudicato la condanna all’ergastolo.

Testo Completo: Sentenza n. 16507 udienza del 11 febbraio 2010 - depositata il 28 aprile 2010

(Quinta Sezione Penale, Presidente R. L. Calabrese, Relatore A. Bevere)

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LAVORO PUBBLICO – DIRIGENTI – RECESSO DELLA PA - PARERE DEL COMITATO DEI GARANTI

LAVORO PUBBLICO – DIRIGENTI – RECESSO DELLA PA - PARERE DEL COMITATO DEI GARANTI
La S.C. ha statuito che dagli artt. 21 e 22 del d.lgs. n. 165 del 2001 è ricavabile il principio, non derogabile dai contratti collettivi, per cui il parere preventivo e vincolante del Comitato dei Garanti sulle ipotesi di recesso proposte dalla PA nei confronti dei dirigenti pubblici riguarda il recesso per responsabilità dirigenziale e i soli casi di indissolubile intreccio fra quest’ultima e la responsabilità tipicamente disciplinare. Di qui, nella specie, un’interpretazione conservativa della contrattazione collettiva della dirigenza medica (per il quadriennio 1998-2001) che non richiede l’intervento del predetto Comitato nel recesso fondato sulla sola responsabilità disciplinare.

Testo Completo: Sentenza n. 8329 dell'8 aprile 2010

(Sezione Lavoro, Presidente F. Roselli, Relatore F. Curcuruto)



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giovedì 6 maggio 2010

LAVORO – TUTELA DELLA LAVORATRICE MADRE - ADOZIONE DI MINORE STRANIERO DI ETÀ SUPERIORE AI SEI ANNI

LAVORO – TUTELA DELLA LAVORATRICE MADRE - ADOZIONE DI MINORE STRANIERO DI ETÀ SUPERIORE AI SEI ANNI
In caso di adozione di minore straniero di età superiore ai sei anni, il diritto ad usufruire dell' astensione dal lavoro, introdotto dal'art. 3 della legge n. 476 del 1998, va riconosciuto a far data dall'entrata in vigore della legge medesima e non resta differito all'entrata in vigore della Convenzione dell’Aja sulla protezione dei minori e sulla cooperazione in materia di adozione internazionale del 29 maggio 1993.

Testo Completo: Sentenza n. 6341 dell'16 marzo 2010

(Sezione Lavoro, Presidente M. De Luca, Relatore G. Napoletano)

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ASSISTENZA PUBBLICA - PENSIONE SOCIALE

ASSISTENZA PUBBLICA - PENSIONE SOCIALE
In materia di assegno sociale, la titolarità di un reddito incompatibile è ostativa all' attribuzione del trattamento assistenziale solamente nel caso in cui detto reddito sia effettivamente percepito.

Testo Completo: Sentenza n. 6570 dell'18 marzo 2010

(Sezione Lavoro, Presidente M. De Luca, Relatore G. Napoletano)

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