Con la decisione in esame la Corte – adita in fase cautelare in una fattispecie nella quale agli imputati era contestato di aver fatto parte di un’associazione di tipo mafioso finalizzata, mediante il controllo totale delle elezioni in un comune della Calabria, ad acquisire in modo diretto od indiretto la gestione o comunque il controllo di concessioni, autorizzazioni e servizi pubblici comunali - ha escluso che siano espressione di “metodo mafioso” comportamenti genericamente riconducibili soltanto ad una sia pur singolare autorevolezza della famiglia nella comunità locale (quali, ad esempio, “summit” risultati decisivi per la formazione delle liste e per le candidature dei vertici dell’amministrazione comunale), ovvero il ritiro delle schede e la loro riconsegna al momento del voto agli elettori, non risultando inquadrata nell’ambito di un clima di sopraffazione a carico del corpo elettorale e che, in mancanza di ulteriori elementi di fatto, anche logici, può avere spiegazioni alternative sia pure riconducibili a condotte illecite in quanto idonee al turbamento della libera espressione del voto; ancora, non significativi di tale metodo sono stati considerati la consegna del cosiddetto “stampino” dato agli elettori analfabeti od, ancora, il presidiamento dei seggi e le promesse di impieghi o favori fatti agli elettori.
Testo Completo:
Sentenza n. 28962 del 9 luglio 2008 - depositata l'11 luglio 2008(Sezione Sesta Penale, Presidente G. De Roberto, Relatore G. Conti)
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Sentenza n. 28962 del 9 luglio 2008 - depositata l'11 luglio 2008(Sezione Sesta Penale, Presidente G. De Roberto, Relatore G. Conti)
