Con la decisione in esame - in una fattispecie in cui era contestato ad un medico di base il reato previsto dagli artt. 10, comma primo e 14, comma terzo, del D.Lgs. 26 maggio 2000, n. 187 (Attuazione della direttiva 97/43/Euratom in materia di protezione sanitaria delle persone contro i pericoli delle radiazioni ionizzanti connesse ad esposizioni mediche) per aver prescritto ad una paziente un esame a raggi X ionizzanti al ventre ed all’apparato urinario senza aver preventivamente richiesto a quest’ultima se si trovasse in stato di gravidanza - la Corte, nel soffermarsi sulla nozione di “accurata anamnesi”, ha affermato che l’accertamento imposto dalla norma incriminatrice comporta l’obbligo per lo “specialista” di rivolgere alla paziente domande finalizzate ad accertare l’eventuale configurabilità dello stato di gravidanza “ed, in particolare, chiedere alla paziente l’epoca dell’ultimo rapporto sessuale”, non potendo considerarsi come “accurata” un’anamnesi limitata ad accertare la presenza di dolori mestruali o se il ciclo mestruale sia o meno regolare.
Testo Completo:
Sentenza n. 46364 del 6 novembre 2008 - depositata il 17 dicembre 2008(Sezione Terza Penale, Presidente A. Grassi, Relatore C. Petti)