La Quinta Sezione della Suprema Corte ha affermato che il carattere del delitto di atti persecutori, quale reato abituale a reiterazione necessaria delle condotte, rileva anche ai fini della procedibilità, pertanto nell’ipotesi in cui il presupposto della reiterazione venga integrato da condotte poste in essere oltre i sei mesi previsti dalla norma, rispetto alla prima o alle precedenti condotte, occorrerà necessariamente fare riferimento anche a tali pregresse condotte, indipendentemente dal decorso del termine di sei mesi per la proposizione della querela, ai sensi del quarto comma dell’art. 612 bis cod. pen.
REATI CONTRO LA PERSONA – DELITTI CONTRO LA LIBERTÀ INDIVIDUALE – ATTI PERSECUTORI – NATURA – REATO ABITUALE A REITERAZIONE NECESSARIA DELLE CONDOTTE – RILEVANZA AI FINI DELLA PROCEDIBILITÀ – CONSEGUENZE RISPETTO AL TERMINE DI PROPOSIZIONE DELLA QUERELA, EX ART. 612 BIS, COMMA 4, COD. PEN. – INDIVIDUAZIONE.
Sentenza n. 20065 ud. 22/12/2014 - deposito del 14/05/2015