La Corte ha escluso la responsabilità contrattuale e precontrattuale di un Ministero che, dopo avere stipulato un contratto di vendita di un proprio complesso immobiliare con una società privata, sottoposto alla condizione risolutiva della mancata approvazione della variante di destinazione urbanistica da parte dell’autorità comunale, aveva adottato un decreto di diniego di approvazione del contratto, per la sopravvenuta mancanza delle condizioni per l’accoglimento della richiesta di mutamento di destinazione urbanistica, essendo intervenuta una risoluzione del consiglio comunale contraria all’approvazione. In particolare, la S.C. ha chiarito che la presa di posizione del consiglio, pur non vincolando il potere deliberativo della giunta comunale, costituiva espressione del potere d’indirizzo politico-amministrativo generale, indice questo idoneo a ingenerare la prevedibile aspettativa dell’impossibilità di conseguimento della variante, tenuto conto altresì che la determinazione consiliare era seguita alla contrarietà espressa dall’opinione pubblica, anche per mezzo di organi di stampa, sull’opportunità del mutamento di destinazione dell’immobile. La condizione risolutiva non poteva, quindi, ritenersi meramente potestativa, essendo il potere discrezionale di assentire alla variante di spettanza di un’autorità amministrativa diversa dalla P.A. contraente.
Testo Completo:
Sentenza n. 24957 del 10 ottobre 2008(Sezione Seconda Civile, Presidente L. A. Rovelli, Relatore L. Piccialli)
Testo Completo:
Sentenza n. 24957 del 10 ottobre 2008(Sezione Seconda Civile, Presidente L. A. Rovelli, Relatore L. Piccialli)