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lunedì 10 gennaio 2011

REATI CONTRO L'AMMINISTRAZIONE DELLA GIUSTIZIA - INDUZIONE A NON RENDERE DICHIARAZIONI O A RENDERE DICHIARAZIONI MENDACI ALL'AUTORITA' GIUDIZIARIA - TENTATIVO - CONFIGURABILITA' - CONDIZIONI

REATI CONTRO L'AMMINISTRAZIONE DELLA GIUSTIZIA - INDUZIONE A NON RENDERE DICHIARAZIONI O A RENDERE DICHIARAZIONI MENDACI ALL'AUTORITA' GIUDIZIARIA - TENTATIVO - CONFIGURABILITA' - CONDIZIONI

Ai fini della configurabilità della fattispecie tentata del reato di induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all’autorità giudiziaria (art. 377 – bis cod. pen.), assume un ruolo decisivo la qualità soggettiva di “persona chiamata” dinanzi all’autorità giudiziaria, trattandosi di un reato proprio con riferimento al destinatario della condotta, realizzabile solo in quanto tale soggetto sia in grado di rendere dichiarazioni utilizzabili nel procedimento (ad es., le persone dell’imputato, del coimputato e dell’imputato in reato connesso ex art. 12, lett. a) e c), c.p.p., che rendano dichiarazioni sul fatto altrui). (Fattispecie in cui la S.C. ha annullato senza rinvio la pronuncia impugnata, escludendo la configurabilità del tentativo in quanto non risultava dagli atti che il destinatario della condotta fosse stato chiamato a rendere dichiarazioni davanti all’autorità giudiziaria).

Sentenza n. 45626 del 25 novembre 2010 - depositata il 29 dicembre 2010

(Sezione Sesta Penale, Presidente e Relatore G. De Roberto)

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